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IMMAGINI DELL'ULTIMA CENA

di Vittorio Fabris

Formato: 21x29,7 cm
Rilegatura:
 Brossura cucita con alette
Pagine: 112

Euro: 20,00
ISBN:
 9788898612239

L’autore ci ricorda che la particolare rappresentazione dell’Ultima Cena, con Cristo al centro di una tavola rettangolare con gli apostoli allineati ai suoi fianchi e Giuda, ritratto a dimensioni ridotte, messo dall’altra parte di fronte a Gesù, avviene in Trentino e nell’Italia in generale, soprattutto dopo la metà del XIII secolo, diffondendosi molto rapidamente nei secoli successivi con una quantità di opere davvero straordinaria.
Ed è un itinerario splendido, quello che egli ci propone, conducendoci per mano nella visita ai dipinti
dell’Ultima Cena nelle chiese della Valsugana. C’è, infatti, in ogni “ritratto”, una grande perizia comunicativa e una competenza, che valorizza ogni aspetto del singolo dipinto. Emerge, inoltre, con forza, una vera e propria partecipazione emotiva nel racconto preciso ed esauriente richiesto dalla ricerca, come per evidenziare quanto di vita, di umanità, di aspirazioni e di fatiche sono presenti dentro le diverse rappresentazioni.
È come se Vittorio Fabris ci indicasse la strada per rispondere a una precisa domanda: perché in un certo tempo nasce il bisogno di dipingere l’Ultima cena, o l’Istituzione dell’Eucaristia? Quale bisogno di popolo emerge? A parte il fatto storico del Concilio ecumenico Lateranense IV, del 1215, che “riscopre”, per così dire, l’urgenza di offrire ai fedeli cristiani il senso, perduto da tempo, della Cena del Signore e del sacramento della “presenza reale del Cristo nel pane e nel vino dell’eucaristia”, c’è anche un’esigenza morale che emerge dalle donne e dagli uomini di quell’epoca di grandi mutamenti, come era il secolo XIII: quella di riscoprire il senso della convivialità, tipica della comunità cristiana delle origini e, contemporaneamente, di poter identificare anche i nemici di essa: c’è sempre un Giuda che rompe l’equilibrio, l’armonia del vivere insieme. Un’esigenza, evidentemente, che si trasmette nei secoli successivi, fino al Novecento, che, per quel che riguarda “la Valsugana e dintorni” vede la nascita di ben sei nuove Ultime Cene, segno e anelito per una rinnovata “convivialità”.

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